giovedì 27 dicembre 2012

Coscienze da risvegliare di Sara Furnari


Terzo raduno nazionale dei giovani di Libera
Durante il Terzo raduno Nazionale dei giovani di Libera ho assistito a conferenze e incontri di informazione e discussione in gruppi, ho avuto la possibilità di conoscere e integrarmi con i ragazzi volontari, creando relazioni di simpatia e fiducia reciproca che stanno crescendo come sincere amicizie. Riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale, nel 2008 è stata inserita dall’Eurispes tra le eccellenze italiane. Nel 2012 dalla rivista The Global Journal è stata inserita nella classifica delle cento migliori Ong del mondo, è l’unica organizzazione italiana di “community enpowerment” inclusa in questa lista. Questa è “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nata ufficialmente il 25 marzo del 1995 con il nobile intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere giustizia. Attualmente è un coordinamento di oltre 1500 associazioni territorialmente impegnate per diffondere la cultura alla legalità. La legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia del 1996, l’educazione alla legalità, l’impegno contro la corruzione, le attività antiusura, tutela legale ai familiari delle vittime e i campi di formazione antimafia, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Il lavoro di promozione di Libera si svolge su tutto il territorio Nazionale, toccando problematiche inerenti Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita e Cosa Nostra. Utilizzerò il termine “mafia” per includerle tutte. Le manifestazioni della mafia sono presenti ovunque, la mafia è presente nella mentalità condivisa. La mafia è possibile come ribadisce Nando dalla Chiesa figlio del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa assassinato nel 1982 a Palermo, grazie alla “mafiosità”. Cultura data da alcuni atteggiamenti che portano sia nei contesti sociali sia nelle relazioni, la condivisione di una  modalità di varia intensità di prevaricazione, violenza, omertà e convenienza. La mafiosità sa come approfittare dei vantaggi ed evitare gli svantaggi negli episodi di vita quotidiana, a scapito del bene comune e del proprio senso civico. Credo che sia importante sottolineare che il modo in cui le persone agiscono nelle circostanze della vita riflette quella che è l’identità personale, con i suoi ideali e principi. Libera coinvolge, sensibilizza, mette alla luce un fenomeno che vive e si rafforza nell’invisibilità. Per questo è importante dare informazioni e conoscenza sul fenomeno, per contrastare insieme atteggiamenti di indifferenza e rassegnazione che sempre di più caratterizzano l’Italia e gli italiani. Un esempio  riguarda il Comune di Fondi (LT), Comune dimissionato nell’ottobre del 2009 a causa di infiltrazioni mafiose. «Nonostante le infiltrazioni mafiose, il governo non scioglie il comune di Fondi. Si limita a nominare un commissario che sostituisca il sindaco dimissionario e indice nuove elezioni amministrative a marzo».
La questione è stata per settimane al centro del dibattito mediatico, senza determinare purtroppo una presa di coscienza nella popolazione circa le attività mafiose. In  una  ricerca effettuata da dicembre 2010 a febbraio del 2011 a studenti di 51 Istituti superiori e 99 classi del territorio laziale risulta che il 33% degli studenti intervistati non ritiene pericoloso il fenomeno mafioso sul territorio laziale.
Questo dato impone una attenta riflessione su quanto l’informazione presenti dei grandi limiti, essendo non solo un mezzo per la conoscenza, ma anche e soprattutto un mezzo che ha la possibilità di migliorare il mondo. La formazione del raduno è uno strumento fondamentale che  serve ai ragazzi per essere in grado di informare a loro volta sul territorio di appartenenza, per fare qualcosa di concreto, per essere in grado di capire i segnali della presenza mafiosa, per organizzare banchetti di raccolta fondi, per informare sul gioco d'azzardo, sullo stato dei beni confiscati, sugli accadimenti politici ed economici. Prodotto di questo lavoro è anche il “Pacco alla Camorra” distribuito su tutto il territorio nazionale che contiene prodotti  coltivati, raccolti e confezionati nei terreni di Libera grazie al contributo che ogni anno centinaia di ragazzi si impegnano a dare con passione e concretezza. I campi di lavoro e di formazione  permettono il confronto e la condivisione, consentendo ai ragazzi di riporre domande e fornire riflessioni in un clima di assoluta parità di pensiero e comunicazione. Chi conosce la storia non può tacere e lasciare solo chi sempre soffrirà per le ingiustizie del mondo del potere. Questa verità, entra dentro l’anima attraverso il racconto delle storie di vita dei figli delle vittime innocenti di mafia, che combattono ogni giorno contro un sistema troppo grande. Allora condividono il loro dolore per non dimenticare, per richiamare i più attenti alla responsabilità di essere promotori di giustizia e legalità ogni giorno. Oggi si conoscono i nomi delle vittime innocenti di mafia, ma non si conoscono molti dei mandanti e degli assassini impuniti. Per questo bisogna parlare e ascoltare, per non dimenticare di cercare verità e dare sostegno ai parenti, e giustizia a chi non è più fra noi ma che ha combattuto perdendo la vita per la verità. Il “Pacco alla Camorra”, le “Cento pedalate per la legalità”, “Prodotti Libera Terra” in vendita alla Coop e nelle botteghe di Libera e tante altre iniziative organizzate, permettono di conoscere la realtà di questo volontariato e farsi rapire nella lotta congiunta alla mafia. Il campo di formazione si è svolto a Borgo Sabotino (LT), in un terreno destinato a campeggio, sede di feste paesane, luogo di campagne elettorali di politici locali e dato nelle mani di Libera perché anche pessimo esempio di abusivismo edilizio. Questo villaggio della legalità, vigilato giorno e notte in occasione del raduno dalle forze dell’ordine è intitolato a Serafino Famà, Avvocato Catanese che ha lavorato con onestà e passione, qualità che lo hanno portato alla sua morte avvenuta nel  1995 a Catania, quando sua figlia Flavia che ho avuto il piacere di conoscere aveva 13 anni. Si apre il raduno con la sua testimonianza, affinché dalla morte di suo padre si possa trasmettere la vita vissuta, “Se tutti fossimo normali mio padre sarebbe ancora vivo, se tutti gli Avvocati facessero onestamente il proprio lavoro!”. Parole dette con fatica, per cambiare questa società con la legalità e il ricordo. Libera si impegna da sempre a fare educazione e formazione per creare cultura, la sua forza non sono il potere, i soldi ma l’unione e la voglia di stare insieme e costruire insieme la cultura del dialogo e del confronto non violento, basato sulla ricerca della verità e sul rispetto della diversità. La piacevole sorpresa è stata trovare più di trecento ragazzi che arrivavano pure a piedi e in bici lungo una strada bianca e polverosa portandosi borse e tende per il pernottamento. Vorrei citare le parole che ho sentito in una conferenza da Nando dalla Chiesa, rimaste impresse nella mia mente, che descrivono la realtà dei ragazzi che hanno partecipato a questo corso di formazione: “posso dire che ho trovato la meglio gioventù”. Interventi di tutto lo staff di Libera Nazionale a partire dal presidente Don Luigi Ciotti e dal presidente onorario Nando dalla Chiesa e ospiti come i giornalisti Attilio Bolzoni e Lorenzo Frigerio, il Procuratore Giancarlo Caselli e il Magistrato Alfonso Sabella, hanno istruito e stimolato la  mente di tutti noi ascoltatori. L’obiettivo di Libera è chiudere, perché vorrà dire che non ci sarà più bisogno di fare propaganda per diventare sempre più numerosi, non ci sarà più bisogno di ricercare verità e giustizia perché saranno valori alla portata di tutti. Il mio percorso con Libera continua con un nuovo gruppo di lavoro che verrà inaugurato il 27 ottobre a Gaeta (LT), siamo in quaranta tra mamme, studenti, lavoratori e professionisti vari, per costruire giustizia e legalità. 

Sara Furnari

FURNARI Sara, "Coscienze da risvegliare", in «Il Messaggero Avventista» Novembre (2012), pp. 6-7.